Un giorno alle Edizioni della Cineteca di Bologna

Il FLASHTOUR. Case editrici based in Bologna arriva al termine con la sua quarta ed ultima tappa.
Siamo partiti dalla media editoria delle Edizioni Pendragon, abbiamo fatto un salto altissimo fino a Il Mulino e siamo atterrati nel piccolo gioiello di Canicola Edizioni; ci sembra giusto, a questo punto, concludere questo fantastico viaggio con la settima arte.

Arriviamo all'ingresso della sede della Fondazione Cineteca di Bologna - divenuta tale nel 2012 - un pomeriggio in cui la città sembra, per tanti motivi, rallentata. Gli uffici sono, al contrario, vivissimi, persone vanno e vengono da una stanza all'altra del lungo corridoio tappezzato di poster e opuscoli delle rassegne cinematografiche passate.
Siamo in via Riva di Reno, nell'edificio che storicamente ospitava la Manifattura Tabacchi e dove la Cineteca si è trasferita nel 2000, un dato curioso e un po' romantico agli occhi degli appassionati. Sì, perché oggi questa zona della città è meglio conosciuta come Manifattura delle Arti, un distretto culturale che comprende il MAMbo, due dipartimenti dell'Università di Bologna, la Film Commission, la Biblioteca Renzo Renzi e molti altri spazi dedicati alle "Arti" con la A maiuscola - non riusciremmo ad immaginare un luogo migliore dove ospitare il "tempio del cinema" bolognese.

Ci rendiamo conto che, forse, l'associazione tra la pellicola e la carta stampata non è sempre così scontata; proprio per questo l'opportunità di intervistare Paola Cristalli, responsabile delle attività editoriali della Cineteca, ci sembra un'occasione speciale. Il lavoro silenzioso, imponente e quotidiano di produzione di monografie tematiche, testi inediti e booklet dettagliati è, a tutti gli effetti, una colonna portante del complesso sistema Cineteca, senza il quale verrebbe a mancare il fondamentale rapporto con il pubblico esterno, quella schiera di professionisti e amatori costantemente alla ricerca di nuovi stimoli.

"Un buon libro sul cinema deve essere scientificamente fondato e, contemporaneamente, arrivare a tutti, altrimenti non è un buon libro sul cinema" così, in poche e chiare parole, è riassumibile l'idea alla base del marchio editoriale della Cineteca.
Una produzione del genere gode della fortuna di avere un rapporto diretto e privilegiato con altre anime della Fondazione, archivi e settore restauro su tutte, da cui trarre spunti e materiali di qualità unica sul mercato; questo, però, non toglie assolutamente nulla all'attenzione posta sul lavoro editoriale, anzi: il punto di partenza è eccellente, perciò il percorso che porta al prodotto finale deve esserlo altrettanto.

Per diventare collaboratori della Cineteca bisogna studiare, non ci sono altre vie, e non si smette mai di farlo.
Secondo noi, però, la fatica viene poi ripagata, quando ci si può perdere nella meraviglia di percorrere quel corridoio di cui dicevamo all'inizio, dove sono esposte cineprese e strumenti analogici del cinema di una volta, fino all'estremità sinistra dove si apre la sala riunioni con i Leoni vinti al Festival del Cinema di Venezia.

Noi di Flashgiovani non potevamo sperare in una chiusura di rubrica migliore, che prende la forma di un metaforico passaggio di testimone dall'editoria al cinema.
Abbiamo finito l'ultima pagina di un ottimo libro e ci è venuta una voglia improvvisa di scoprire quali saranno i film selezionai per il prossimo "Cinema Ritrovato".

E voi?

 

Elettra Bernacchini

 

https://youtu.be/duWjgd2hCzs