Mattia Labadessa e "Bernardo Cavallino": ossessioni e fama a confronto

15 aprile 2019

Dalle prime vignette uscite sul web nel 2015, l'illustratore partenopeo Mattia Labadessa ha fatto strada. Il suo alter ego, l'uomo-uccello, è passato dal supporto digitale a quello cartaceo già nel 2016, con il primo libro illustrato dal titolo "Le cose così", e da lì ogni anno è tornato nelle librerie a cadenza regolare: in "Mezza fetta di limone" (2017) e in "Calata Capodichino" (2018), i tratti tipici del personaggio, cinismo e ansia esistenziale, non sono mai andati persi, anzi, sono andati definendosi in modo sempre più maturo.

Era forse inevitabile, allora, approdare a "Bernardo Cavallino", l'ultima opera uscita nel 2019 per Feltrinelli Comics. Alcune cose non sono cambiate, come la copertina gialla, il protagonista dal volto imbrunito e becco lungo e appuntito, un comportamento a limite del paranoico.

La redazione di Flashgiovani, invece, in occasione della presentazione del libro avvenuta il 15 aprile presso la libreria Feltrinelli di Piazza Ravegnana a Bologna, ha parlato con Labadessa di quello che è cambiato rispetto al passato, sia nella storia raccontata sia nella vita dell'autore stesso.
Mattia si è ritrovato catapultato in un mondo fatto di fama e incontri pubblici che in parte accoglie e in parte non riesce a metabolizzare, per via del suo modo di essere, ma, d'altro canto, con "Bernardo Cavallino", uomo-uccello ossessionato dallo spegnere candeline nei momenti più emozionanti e concitati della vita, ha voluto trasmettere a chi lo legge e lo supporta un messaggio più positivo del solito, almeno nelle intenzioni.

Nella speranza che il suo lavoro aiuti a superare le ansie che ci accompagnano ogni giorno, vi regaliamo un'oscura - eppure molto simpaticaintervista di Labadessa.

Elettra Bernacchini

https://youtu.be/7hPtFoM-rEA