Animali fantastici e come animarli: William Gabriele di Framestore

William Gabriele lavora con gli scheletri. Cosa significa? E soprattutto, perché ha tenuto una masterclass al Future Film Festival? Facciamo un passo indietro. Facciamo un passo indietro e pensiamo a un qualche importante film fantasy, uno di quelli popolati da esseri strani e stravaganti. Ad esempio Animali fantastici e dove trovarli.

Nel film tratto dal libro di J. K. Rowling noi spettatori ci ritroviamo circondati dagli abitanti di uno sbalorditivo mondo fantastico, dove gli attori umani si mescolano ad elfi, goblin e innumerevoli altre creature mitologiche. Noi li vediamo muoversi, parlare, ballare, senza chiederci cosa ci sia... sotto. Certo possiamo immaginare tutto il gran lavoro di preparazione che ci deve essere stato: i disegni, le animazioni, il doppiaggio. Ma sappiamo cosa c'è letteralmente sotto, invece? Per quanto virtuali, i modelli elaborati al computer sono più simili alle loro controparti umane di quanto ci si potrebbe aspettare. Probabilmente molti lo ignorano, ma se quei cumuli di pixel riescono a muoversi in maniera così realistica, se ci appaiono così concreti, è perché anche loro hanno uno scheletro. Uno scheletro vero e proprio, fatto di tante ossa.

Ed è qui che entra in gioco William Gabriele. Gabriele è un rigger, cioè si occupa di creare gli scheletri che sosterrano i corpi progettati dai disegnatori, e grazie ai quali gli animatori potranno dare loro la vita.

Ecco dunque spiegata la presenza al Future Film Festival di Gabriele, tra i principali rigger della Framestore, e che a soli 28 anni può già vantare in curriculum tanti kolossal di prima categoria: Spectre, Il libro della giungla, La bella e la bestia, e tanti altri, tra cui, appunto, Animali fantastici. Proprio su questo film si è incentrata la lezione, in particolare su tre personaggi curati da lui. Gabriele ha reso perfettamente l'idea di quanto sia lungo e laborioso il processo che porta i personaggi nati nella mente di uno scrittore ad apparire in carne e  ossa (è proprio il caso di dirlo) sulla pellicola, raccontando anche le fasi precedenti e successive alla sua. Ore e ore di lavoro (la mole di dati elaborati presentati da Gabriele è impressionante, se fossero processati da un singolo computer sarebbero necessari quasi due millenni), un numero di dettagli impressionante (ogni singolo vestito ha migliaia di punti da animare), e una perizia tecnica tanto sviluppata quanto necessaria per ottenere certi sbalorditivi risultati. Perché certo, i mondi fantastici che il cinema crea per noi nascono dalla fantasia e dall'immaginazione, ma senza la tecnica di professionisti così altamente qualificati rimarrebbero confinati sulla carta. Questo dimostra come arte e tecnica abbiano molte volte bisogno l'una dell'altra, e, non di rado, come nel caso di William Gabriele e dei suoi tanti colleghi, arrivano a coincidere.

Marcello Bonini per la redazione di Flashgiovani.