Uccellacci! Dieci anni di Becchi Gialli

Attenzione: leggere libri può causare indignazione!

Preceduto da una tavola rotonda (tenutasi al LOFT Kinodromo) tra gli autori del documentario, l'Associazione Kinodromo e la redazione di Graphic News, Uccellacci! già dal titolo fa intuire il suo stretto rapporto con Pier Paolo Pasolini e la sua lezione d'impegno civile, non lasciando spazio a compromessi o fraintendimenti.

Per tutta la durata del film vediamo susseguirsi (come tessere di un enorme puzzle) le testimonianze e le memorie degli autori, editori e illustratori di Becco Giallo, casa editrice padovana interamente dedicata al "fumetto di realtà", un modo di raccontare, attraverso le storie disegnate, i fatti di cronaca e d'attualità. In particolare quei fatti di cronaca e d'attualità spesso dimenticati (o "tralasciati" appositamente).

Fa da trait d'union alle varie interviste (realizzate lungo tutta l'Italia presso mostre, fiere del fumetto, incontri...) la vicenda di una giovane attrice teatrale (metafora dell'Italia) che perde la memoria e ha come unica guida il pupazzo di un corvo nero. Lungo la loro strada vediamo alternarsi le pagine delle storie più famose, pubblicate da Becco Giallo, e le testimonianze dei loro autori.

La storia ci insegna che le cose si ripetono quando non si capiscono -afferma la regista Ciaj Rocchi-  Il graphic journalism serve a questo: noi (gli autori) e loro (Becco Giallo) lavoriamo per capire. Le storie trasformano la nostra memoria in un patrimonio collettivo.

Quello che traspare dal documentario è una sana voglia, da parte degli intervistati (che sono innanzitutto autori e sceneggiatori, prima ancora che fumettisti), di raccontare di ciò di cui è necessario parlare, di dare la propria testimonianza per una vera e sincera questione morale.

Proprio questa passione autentica e sincera è stata la chiave di successo di Becco Giallo, una passione che li ha portati ad andare avanti nonostante le difficoltà che non sono state poche, considerando le difficoltà del mercato editoriale e il fatto che, come ben affermato dagli stessi intervistati, non si diventa né ricchi né famosi col graphic journalism.

Becco Giallo però non è una semplice casa editrice ma un vero e proprio "movimento" di persone, ciascuna con il suo stile e la sua personalità, accomunate da un obiettivo comune che trascende la semplice storia a fumetti e si esplica in tante attività correlate (soprattutto incontri con le scuole in cui questi fumetti vengono consigliati come veri e propri libri di testo), persone che portano avanti una vera e propria missione al servizio di un paese che, purtroppo, dimostra spesso di avere la memoria corta sulla nostra storia recente.

Un racconto per immagini e parole che fa pensare e riflettere non solo sul graphic journalism ma, soprattutto, su di noi e sulla nostra "memoria e breve termine".

Buon compleanno, dunque, a Becco Giallo e buon proseguimento per la sua instancabile, ma necessaria, attività.