
AI Manifesta è il progetto visivo di Francesco D’Isa e Chiara Moresco che rielabora, con strumenti di intelligenza artificiale generativa, una selezione di manifesti politici e sociali provenienti dalla banca dati Manifestipolitici.it.
L’opera, composta da 280 poster stampati, è affissa dal 5 aprile 2025 sulla parete dell’edificio in Via Zaccherini Alvisi 11/2 a Bologna. A cura di Sineglossa e della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, il progetto conclude la prima edizione della rassegna The Next Real, dedicata alle implicazioni dell’IA per la società e la democrazia. L’opera indaga l’inconscio visivo della comunicazione politica, mettendo in evidenza simboli ricorrenti come mani, bandiere e strumenti di lotta, rielaborati attraverso un processo creativo algoritmico.
Evento
Dal 5 aprile 2025, l’edificio di Via Zaccherini Alvisi 11/2 a Bologna ospita AI Manifesta, installazione pubblica di Francesco D’Isa e Chiara Moresco che reinterpreta l’immaginario della comunicazione politica attraverso l’intelligenza artificiale.
L’opera è composta da 280 manifesti generati a partire da una selezione di circa 100 manifesti storici della banca dati Manifestipolitici.it, digitalizzati e reinterpretati tramite AI generativa. L’algoritmo ha identificato pattern visivi ricorrenti – mani, simboli, bandiere – trasformandoli in nuove composizioni astratte.
A cura di Sineglossa e della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, AI Manifesta si inserisce all’interno di un percorso di rinnovamento della banca dati, grazie al finanziamento PNRR TOCC per la transizione digitale. È anche l’ultima tappa della rassegna The Next Real, un programma curato da Sineglossa per riflettere, attraverso l’arte, sulle trasformazioni che l’intelligenza artificiale introduce nella società contemporanea.
"AI Manifesta è un dispositivo critico – spiega Federico Bomba, presidente di Sineglossa – capace di far emergere le costanti della propaganda politica, offrendo nuove chiavi di lettura del passato attraverso l’AI”. Francesco D’Isa aggiunge: “Il risultato è una collezione che non appartiene più a un tempo specifico, ma nasce da un inconscio visivo collettivo”.
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