Ep. 33 - Psyco

Ogni mese un articolo per trattare da vicino proprio quelle questioni che riguardano i ragazzi, ma che sono così difficili da esprimere a parole, quelle questioni che sembrano impossibili da spiegare.

La rubrica ALL YOU NEED IS FREUD nasce dal desiderio di parlare di psicologia ai giovani fruitori, attraverso l'analisi di serie tv, film e canzoni contemporanee.

 

Ogni uomo uccide l'oggetto del suo amore

Recita così una celebre frase di Oscar Wilde e sembra che su questo aforisma sia interamente costruito il film di Alfred Hitchcock. Se chiudiamo gli occhi e pensiamo a questa pellicola ci viene immediatamente in mente la scena della doccia, il volto di Marion che grida mentre la stanno brutalmente accoltellando. La donna oggetto d’amore muore. Cosi come allo stesso modo è morta la signora Bates, la madre amata di Norman. Sul finale abbiamo infatti proprio la sovrapposizione di queste due morti a sottolineare il loro comune destino di donne amate e donne uccise.

Cosa uccide davvero un amore?

Nella scena iniziale ascoltiamo Marion domandare all’amato fidanzato Sam di non tenerla più nascosta, vuole vivere una vita come tutte le altre donne alla luce del sole, vuole fare progetti, vuole poter sognare un futuro. Sam mette davanti le questioni economiche, le questioni pratiche, la realtà del denaro come risposta mortificante ad una domanda d’amore. Anche la mamma di Norman vivrà nascosta, in cantina, Norman fermerà ogni suo slancio vitale uccidendola. La madre stava sognando una nuova vita, si era risposata, aveva aperto un albergo, dopo anni di solitudine voleva ricominciare a vivere. Tutto questo era insopportabile per Norman che la voleva accanto a lui nella casa: solo loro due, in un eterno presente senza imprevisti.
Due uomini Sam e Norman molto diversi tra loro, anche patologicamente molto lontani ma che in fin dei conti hanno la stessa paura: le donne sono imprevedibili, le donne spingono alla vita, le donne rilanciano continuamente progetti e desideri, come direbbe Lacan le donne chiedono “Ancora”. In questo le posizioni del maschile e del femminile sono piuttosto diverse, solitamente gli uomini tendono maggiormente alla conservazione del presente, della tranquillità, resistono ai cambiamenti che sono spesso fonte di
angoscia. Sono chiaramente parti, il maschile e il femminile che non devono necessariamente coincidere col sesso biologico, ma che ritroviamo frequentemente all’interno di una coppia amorosa: Eros e Thanatos amore e morte, spinta vitale e conservazione dell’uguale. Sono due posizioni contrapposte che ritroviamo anche in ciascuno di noi: il desiderio e la pulsione di morte, la voglia di fare, creare, stravolgere e quella di rimanere immobili, nella tranquillità eterna delle nostre esistenze. Sam e Marion, Norman e la mamma, in questo film interpretano esattamente questi ruoli.

Cosa uccide davvero un amore dunque? Cosa distrugge un desiderio? Non c’è bisogno di arrivare alla terribile concretezza di un omicidio per far morire la parte vitale della coppia o di noi stessi. Sam lo fa con la mancanza di coraggio, col tentativo di resistere al
cambiamento, con il procrastinare una decisione inevitabile. Marion sentendosi in trappola prova ad uscirne con quello che in psicoanalisi si definisce "un agito”, un’ azione d’impulso che dice qualcosa della nostraverità soggettiva, della verità del nostro desiderio: ruba dei soldi. Ruba perché prova a rispondere a Sam con la sua stessa parola: mancano i soldi perché possiamo iniziare a vivere, eccoli! La psicoanalisi ci insegna che il desiderio anche se viene coperto, soffocato, non si può spegnere, compare nei sintomi, compare nei lapsus, negli agiti, nei sogni. Il desiderio scuote la coppia e scuote il soggetto che lo prova: L’amore se c’è però non si può procrastinare, tenere nascosto, ignorare, fermare, l’amore se c’è resiste a tutto anche alla morte e alla mortificazione.