
In occasione della 62esima edizione della Bologna Children’s Book Fair, la redazione Flashgiovani ha partecipato all’incontro “Letteratura e IA: una conversazione con Miyase Sertbarut”, appassionata autrice per ragazzi, nata in Turchia e cresciuta leggendo i classici della letteratura turca ed europea.
Al giorno d’oggi, i sistemi di intelligenza artificiale generativa risultano essere in grado di svolgere compiti un tempo riservati agli esseri umani, tra questi, la generazione di storie: tali sistemi mostrano infatti la capacità di analizzare, in tempi brevissimi, enormi quantità di dati, trasformandoli in narrazioni coerenti, dal tono e dallo stile quasi indistinguibili a quelli di un essere umano.
Lo sviluppo e la rapida diffusione dell’intelligenza artificiale generativa hanno quindi sollevato preoccupazioni e interrogativi anche all’interno di ambiti prettamente umani, come quello creativo.
Ma cosa accade quando a scrivere è un'intelligenza artificiale? Si può ancora parlare di letteratura se il testo prodotto proviene da un sistema di questo tipo?
Il tema "letteratura e intelligenza artificiale" è molto caro a Miyase Sertbarut la quale, data la sua età e la terra in cui è nata e cresciuta, sostiene di aver vissuto, durante la sua vita, periodi molto diversi tra loro.
L'autrice racconta, infatti, che le storie che era abituata ad ascoltare da bambina provenivano da familiari, persone a lei vicine, di cui riconosceva la voce e gli sguardi. Con l’arrivo della radio, l’ascolto di queste storie è però cambiato: Miyase ha infatti iniziato ad ascoltare racconti le cui voci non erano più familiari e i cui sguardi non potevano più essere visti.
Poi, l’avvento della televisione, mezzo di comunicazione portatore di storie ancora nuove, di racconti di vita di persone provenienti da mondi completamente diversi. E infine l’era dei computer, di Internet e dei social media che ha dato origine a nuove esperienze attraverso un’unica piattaforma fino allo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Cambiamenti straordinari per Miyase, una bambina nata senza elettricità e, in generale, innovazioni che hanno determinato trasformazioni tecnologiche e sociali impressionati.
Tuttavia, per quanto riguardo l’intelligenza artificiale e la letteratura, l’autrice sostiene che ciò che fa vivere una storia e che rende possibile l'adattamento di questa storia a un mondo che cambia sono le emozioni: suscitare emozioni è infatti la magia della letteratura.
L’IA sarà in grado di utilizzare a proprio vantaggio questa magia? È vero che questa nuova tecnologia occuperà più spazio in futuro anche in termini di narrazione, in quanto verrà addestrata e diventerà più esperta anche nella scrittura, ma guardando a ciò che è in grado di produrre ora, non risulta essere ancora abbastanza efficiente ed impressionante. Questo perché trattandosi di sistemi artificiali, mancano di quella personalità e di tutte quelle componenti prettamente umane.
Scrivere storie è infatti un processo molto personale, intimo e profondo per cui come afferma Miyase “un libro conserva la sua integrità, la sua realtà e la sua sincerità solo a condizione che sia creato dal mondo interiore di un solo autore”. Molte volte, infatti, il significato più profondo di un libro, di un’opera letteraria o di un dipinto non può essere separato da chi lo ha realizzato: l’artista e la sua opera sono quindi fortemente legati l’uno all’altro.
L’IA cambierà questa realtà?
A questa domanda non è ancora possibile dare una risposta, quello che è certo per Miyase è che, almeno per il momento, la differenza sostanziale tra sistemi artificiali ed esseri umani è che i primi non sanno aggiungere sapore al processo di scrittura in quanto si limitano a generare testi combinando dati preesistenti, senza però avere senso del gusto e del piacere. Invece, una persona che scrive sa godere della lettura, sa cos'è questo piacere e può godere del suo testo con tutti i tipi di giochi linguistici: lo scrittore sa quindi godere di ciò che sta creando ed è anche questa la magia della letteratura.