La redazione ha intervistato Piero Di Domenico, direttore artistico di Scriba Festival, docente universitario e collaboratore di Bottega Finzioni, scuola di scrittura bolognese fondata da Carlo Lucarelli. Di Domenico ha risposto a domande sul futuro del festival e sui progetti di Bottega Finzioni.
In questi 5 anni di Scriba Festival, che cosa è cambiato rispetto alla prima edizione?
C’è un’attenzione crescente da parte del pubblico: 5 anni fa dedicare un intero festival a scritture non propriamente letterarie poteva apparire quasi velleitario, man mano invece abbiamo scoperto che c’è tantissimo materiale su cui lavorare. La scrittura è alla base di moltissime attività della nostra vita quotidiana. L’elemento più interessante è che il pubblico che ci segue è perlopiù composto da giovani, soprattutto durante gli incontri con i diversi professionisti della scrittura, ci sono crescenti domanda e curiosità. Avvicinare persone che praticano tali professioni rende più reale la prospettiva di intraprendere questi mestieri. Questo avvicinamento è secondo noi il segno più positivo di Scriba Festival.
Lo Scriba Festival e Bottega Finzioni fanno riferimento a tanti diversi tipi di scrittura. Ai vostri studenti consigliereste di provare tutte le strade o di specializzarsi in un ambito in particolare?
Credo che oggi sia importante avere un approccio quanto più aperto a tutti i diversi tipi di scrittura, per poi specializzarsi in un momento successivo. Oggi la produzione è sempre di più transmediale, non ci si può esimere dal confrontarsi con le diverse forme di scrittura, perché il sistema è sempre più articolato. Pertanto è più proficuo partire da un ampio ventaglio di possibilità per poi, più avanti, mettere a fuoco l’ambito che interessa maggiormente.
Quali sono i progetti che attualmente state portando avanti con Bottega Finzioni? E quali sono i vostri programmi per il futuro?
In questi anni abbiamo cercato di perseguire un modello: Bottega Finzioni vuole essere uno strumento per facilitare l’approdo alla scrittura come professione, soprattutto nell’ambito narrativo. I nostri lavori sono sempre molto concreti: collaboriamo con enti che realizzano progetti reali, quindi siamo sempre un po’ vincolati nel parlare di tali progetti, a causa di limiti di riservatezza. In fase di iscrizione, ovviamente, siamo tenuti a dare qualche riferimento sui progetti ai quali si lavorerà durante l’anno. Inoltre i nostri lavori hanno uno sviluppo di lunga durata, che richiede mesi o addirittura anni.
Bottega Finzioni collabora con la Regione e il territorio. Quest’anno c’è stata una partnership importante con la regione Emilia-Romagna, nella forma di finanziamenti per due corsi. Siete soddisfatti di questa esperienza?
Il rapporto con la Regione Emilia-Romagna si è basato su una evidente attenzione nei confronti dell’audiovisivo e del cinema, di cui noi siamo diventati un tassello. Pensiamo che una concreta conoscenza del territorio e degli spazi dove si andrà ad ambientare una determinata storia porti dei benefici alla scrittura, perché non tutti i luoghi sono uguali. Vogliamo creare un ponte levatoio sempre più robusto tra la formazione e il mondo del lavoro. Ci sembra che la direzione sia sicuramente quella giusta, anche se c’è ancora tanto lavoro da fare.
Lei è anche docente universitario. C’è l’intenzione di coinvolgere l’Università in qualche progetto di Bottega Finzioni?
In parte ci sono già delle forme di collaborazione avviate, per esempio alcuni docenti del DAMS e del CITEM svolgono delle docenze nel calendario di Bottega Finzioni, così come scrittori e sceneggiatori di Bottega collaborano in seminari e lezioni all’Università. Sentiamo la necessità di una vicinanza sempre maggiore tra la formazione e la specializzazione successiva.
Da docenti, dopo tanti anni impegnati nella formazione, che cosa avete imparato dai vostri studenti?
Nella nostra impostazione di Bottega Finzioni, studenti e docenti si trovano continuamente a confrontarsi sui progetti, perciò c’è un continuo scambio di idee, di spunti… I nostri docenti sono professionisti che prestano la propria esperienza non per un ritorno economico, ma per ritrovare stimoli, energie, idee. Ovviamente all’interno della scuola c’è una frequente alternanza, che costituisce una grande ricchezza. Vogliamo dare ai nostri studenti una formazione continuamente rinnovata.
Ringraziamo Piero Di Domenico per la disponibilità. La redazione fa i migliori auguri a Scriba Festival e a Bottega Finzioni per il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di giovani creativi.